Miramar - 9788807894909

una alessandria stupenda descritta attraverso vari personaggi, a ognuno dei quali è dedicato un capitolo. identità diverse e interessanti, con un passato da nascondere o storie da raccontare. consigliato vivamente per chi vuole cimentarsi in una letteratura che non ha tutti i nostri canoni, ma è da scoprire

Premio Nobel per la letteratura, l’autore egiziano Nagib Mahfuz scrive in tutte le sue opere di ciò che conosce. Tutti i suoi romanzi sono ambientati al Cairo e ne descrivono la vita quotidiana. Tutti tranne Miramar. Per quest’opera l’autore lascia la sua amata città per portarci ad Alessandria, la città egiziana più "occidentale", se guardiamo allo stile di vita e alla componente immigrata stanziatasi qui nei primi anni del ’900 (nb: oggi il 10% degli abitanti sono italiani). Non aspettiamoci un romanzo comune, ricordiamoci piuttosto che il romanzo in quanto tale è un’invenzione occidentale, che è stata poi adottata da altre culture e modificata secondo i propri canoni. La vicenda non è scandita da azioni ma piuttosto da stati d’animo e riflessioni (dei personaggi o dell’autore?). I flash back e cambi di scena sono repentini ma la storia è perfettamente compatta e questa mancanza di linearità contribuisce al fascino della penna di Mahfuz. Un anziano scrittore di successo trascorre un periodo di riposo presso la pensione Miramar, di proprietà di Marianna, una signora greca. Qui avrà modo di incontrare diversi personaggi, che ci verranno descritti uno a uno nei vari capitoli. Il resoconto delle loro vite ha lo scopo di mostrarci il loro coinvolgimento nella politica egiziana, ma in realtà ci porta alla scoperta che tutti i residenti della pensione sono attratti, in modo diverso, da Zahra, la giovane cameriera fuggita dalla vita di campagna, appartenente alla classe più povera e in cerca di riscatto. Storie di vita, attivismo politico e memorie si alternano, o meglio, si altalenano. Il consiglio per il lettore è di non lasciarsi scoraggiare alle prime pagine, ma procedere pazientemente finchè la storia non prenda forma, e ne vale veramente la pena.