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Il franco cacciatore - 9788811012559
di Giorgio Caproni edito da Garzanti, 2024
- Prezzo di Copertina: € 16.00
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Informazioni bibliografiche del Libro
- Titolo del Libro: Il franco cacciatore
- Autore: Giorgio Caproni
- Editore: Garzanti
- Collana: I grandi libri
- Data di Pubblicazione: 2024
- Genere: letteratura italiana: testi
- Pagine: 224
- ISBN-10: 8811012554
- ISBN-13: 9788811012559
Il franco cacciatore: Il cacciatore di Caproni è un instancabile cercatore. Come nella Commedia dantesca, si aggira e si smarrisce in boschi insieme oscuri e fiabeschi: va a caccia di Dio e dell'io, fantasmi intercambiabili, prede sfuggenti e inafferrabili. È incapace di centrare il bersaglio perché il suo fucile è scarico, inservibile come un vecchio giocattolo, eppure ritenta la partita all'infinito. Il tema della caccia, che sin dai ricordi d'infanzia percorre sotterraneo tutta la vita di Caproni ricollegandosi in età adulta all'esperienza traumatica della guerra, si trasforma in questa raccolta pubblicata nel 1982 in una complessa allegoria esistenziale. Riproposto qui in una nuova edizione, per la prima volta corredato da un puntuale commento di Adele Dei,Il franco cacciatore è un testo compatto, in cui le poesie dialogano l'una con l'altra e la nota tragica si smorza nel controcanto dell'ironia e del paradosso. Attraverso una scrittura rarefatta e scarna, Caproni ci conduce insieme al suo viandante nei territori dell'ignoto e dell'inconoscibile, dove la ragione arretra ma dove, liberi dalle trappole dell'illusione e della speranza, ci coglie, come un dono inatteso, una «straziata allegria». Introduzione e commento di Adele Dei.
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"Asparizioni" e chiama Caproni: sono e apparenze che si manifestanodi continuo, in ogni versod’ogni poesiad’ogni pagina e che fanno,de "Il franco cacciatore", il ibro più spaventevole e "spettraledela etteratura italiana" (Pietro Citati). Tali sono una foglia caduta, un raggio che si fa spazio tra i rami, a sterpaglia che s’acuccia ad un albero; tali sono Adelina, ’ombradi un uomo, "il vecchiodagli occhi bui": nient’altro che un’istantanea folgorazione visibile, una suggestione inattesa, un’epifania improvvisa e perturbante che interrompe i passidel cacciatore, o obbliga a far contemplazione,dare un senso ed un peso (e, col senso e col peso, una carne) a ciò che gli occupa a vista. Evocazione, sidirebbero fantasmi passati che tornano a far visita a chidimentica giacché, sovente, portano indote memorie, fissazioni, vetuste ossessioni ammorbiditedal tempo. Il cacciatoredi Caproni, sorpreso ed ansioso, pare infastidirsi: cerca a fuga, ediscosta col gesto, riprende il cammino affrettandosi un poco ma nula puòdavvero, nessun rancoroso tragitto può seminare ildisturbo che ti pedina: affannato, è costretto a far sosta, a sedersi (magari su un tronco tagliato odirettamente sul’erba), a sentire ciò che e "asparizioni" hannodadire: mormorio indigesto, confesserannodesolazioni amarissime. Restadadire che ’opera,davvero mirabile, appartiene al’ultimo Caproni: il poeta ha asciato ale spale intere città, piccoli borghi, i ponti, e chiese, e case coi oro abtanti cosìda permettere che, a prendere forma per evidente metafora (il bosco), fosse a propria mente. Ne verranno queste confessioni. Vergate, non a caso, "con a mano che trema".