La collina dei conigli - 9788817105804

Un libro ed un titolo di recensione così fanno pensare ad una fiaba che riposa sul comodino di un bambino ed aspetta la sera,quando lui od i suoi genitori ne sfoglieranno le pagine per scoprire cosa riserva la trama: questo pensiero vacilla leggendo le poche righe sul retro di copertina, descriventi il contenuto dell’opera come una sorta di “Odissea” od addirittura “Iliade”. Tralasciando i possibili discorsi mitologici derivanti dall’ultima constatazione,Il lettore è al bivio di una scommessa:può scegliere se mantenere il poc’anzi citato parere su tale libro oppure fidarsi di Richard Adams – l’autore – e puntare su un tavolo verde prato il tempo necessario a leggere l’avventura di Moscardo e compagni;il croupier sorride furbescamente sotto coniglieschi baffi nel secondo caso, il giocatore ha inconsciamente colto al volo l’occasione per conquistare un piccolo diamante d’inchiostro che abbellirà la sua libreria e da cui,come realizzerà a fine lettura, sarà pressoché impossibile separarsi. Scritto con competenza narrativa ed arricchito da particolarità etologiche - tutte scientificamente corrette,come sottolinea più volte la prefazione all’edizione italiana,“La Collina dei Conigli” è un’avventura epica dove i grandi nomi di Achille,Ulisse,Menelao ed il mitologico mondo che vide le loro gesta confluisce nella quotidiana natura trasformandola in un mare verde ove uno sparuto gruppo di personaggi sapientemente distinti per aspetto e psicologia si muove alla ricerca della loro meta:senza svelare troppo,la compagnia di Moscardo somiglia per differenti aspetti - mostrati e sviluppati con calcolatezza – proprio ad alcuni personaggi mitologici così come le avventure ed insidie che costellano il loro cammino,semplici ostacoli per un umano ma sfide quasi epiche e mortali minacce per il gruppo dei coraggiosi conigli capaci di mostrare al lettore anche una solida identità culturale. Ciò che rende ancora più particolare e stupefacente la storia è il suo tratto metaletterario,in alcune tappe del viaggio il morale e la determinazione del piccolo gruppo viene ravvivato tramite il narrare le gesta del loro capostirpe,El-Ahrairà,un bricconesco ed astuto eroe che esiste sin dall’inizio del mondo e che insegnò al suo popolo tecniche ed abilità per sopravvivere; delineando un mondo fatto di eroi,dei e persino cupi mietitori,l’autore annulla la differenza razziale che allontana i personaggi dal lettore per renderli simili a lui e liberare la possibilità di conoscerli più da vicino, affezionarvisi e provare il desiderio di fare quel miglio in più – o sfogliare un’altra pagina nel cuore di un’invernale sera – per giungere alla fine di un viaggio che non rassomiglia al finale di un poema omerico quanto piuttosto al viaggio di scoperta di un luogo in cui vivere e costruire una propria storia. Mostrando anche varie note politiche nel corso della storia (un esempio è la conigliera di Efrafa,molto simile ai potentati russi di alcuni anni addietro),il libro è diviso in paragrafi alla cui cima sta una citazione da altre più autorevoli opere – un sistema per ereditarne forse l’importanza letteraria,anche se non è poi così necessario. Con le parole di Shakespeare,Byron e persino in compagnia del Folk americano,il gruppo dei conigli realizza ben più di un’impresa nel corso del libro,diretta specialmente a chi ne legge le avventure: quella di ricompensare l’attenzione ricevuta con una fiaba capace di stregare ad ogni nuova lettura,come solo i più grandi sogni su carta sanno fare.